Ho voluto fare un tentativo per migliorare in 160 metri almeno l’ascolto, ed anche in onde medie che sono sempre poco ricevibili con apparati pur ottimi come quelli per uso amatoriale.
Ho messo un filo molto sottile tra due strutture del mio tetto. È talmente sottile che non da nell’occhio a vicini gelosi. Ovviamente è un antenna molto corta rispetto alla lunghezza d’onda. La misura ottenuta con un analizzatore da valori di impedenza superiori a 600 ohm e fino a 3-4 kilo ohm. Ho pensato quindi di montare un adattatore di impedenza a stato solido capace di pilotare il segnale risultante su un cavo coassiale per arrivare in stazione.
Inoltre ho pensato a filtro di banda in due punti e protezioni dalle scariche atmosferiche. Il primo filtro semplice a LC tarato a centro banda, che chiude anche galvanicamente il filo d’antenna alla sua terra. Il secondo filtro dopo un primo buffer a FET e con impedenza caratteristica di 1000 ohm. Per diluire l’energia su più dissipatori, senza infastidire il percorso della radio frequenza ho usato la protezione dalle scariche in due livelli il primo con due led contrapposti, riferito alla massa dell’antenna. Il secondo composto da due diodi BA220 contrapposti e riferiti alla massa di stazione.
L’alimentazione è a 12 Volt cc proveniente dalle batterie già presenti sul tetto. Per accendere il preamplificatore basta chiudere il centro del coassiale vs lo schermo all’arrivo in stazione, attraverso una impedenza RFC da 500 uH. Connettore alimentazione tipo militare stagno e connettore di uscita coassiale tipo BNC isolato dallo chassis. L’ingresso è un isolatore in teflon auto costruito, su una scatola in alluminio marca Palazzoli molto bella, lavorabilissima ed economica. Purtroppo i rivenditori di materiale elettrico la snobbano per l’uso degli elettricisti civili e quindi è rara da trovare.
Ho sfruttato una tecnologia ormai datata ma di facile implementazione cioè componenti discreti a stato solido. Un primo buffer a FET BF245, poi un filtro di banda e un amplificatore contro-reazionato e abbastanza potente da pilotare il cavo coassiale da 50 ohm senza problemi (2N2369 e 2N5109). Per il rumore confesso che ci ho provato e mi pare di aver trovato dei componenti che fortunatamente non sono rumorosi. Il finale esce con un trasformatore a binocolo in ferrite circa 3:1 con il secondario verso il coassiale da circa 60 micro Henry. (circa una decina di spire di filo da 0.3 mm, primario 3 volte più spire).
L’alimentazione è valida da 11.5 a 14 Volt, ho messo un diodo per la protezione della polarità e tutti i segnali passano da connettori ad aghi. Per comandare l’accensione da remoto un transistor PNP tipo 2N2905 fa da interruttore, e la base va verso il coassiale di uscita.
Buon divertimento, IZ5AGZ op. ALESSANDRO FREZZOTTI
e-mail: alessandro@frezzotti.eu ; www.frezzotti.eu
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BE PATIENT. TNX DE IZ5AGZ