Intermodulazioni causate da trasmettitori vicini

Come sono generati i prodotti di intermodulazione?
Nelle zone con numerose antenne trasmittenti ravvicinate o con un gran numero di stazioni mobili in esercizio, la possibile generazione di prodotti di intermodulazione è considerevole.
L’uscita di una antenna trasmittente può essere reirradiata da un’antenna trasmittente adiacente causando la comparsa di frequenze indesiderate nello stadio di uscita del trasmettitore.

Il trasmettitore spesso opera in \”classe C\” e le prestazioni non lineari dei transistor di uscita possono mescolare i segnali di ingresso indesiderati, irradiando così prodotti nuovi oltre alla frequenza richiesta.

Quali prodotti sono generati?

Le varie frequenze che si possono generare per mixing nella uscita del trasmettitore possono essere trovate tramite un calcolo matematico. La terminologia utilizzata per definire i prodotti di intermodulazione classifica il loro ordine come 2 ° ordine, 3 ° ordine, 4 ° ordine, ecc
Le frequenze sono calcolate come somma o differenza tra questi prodotti di intermodulazione.
CLASSIFICAZIONE      TX-FREQUENZE

2 ° ordine
2 stazioni               A + B      A – B

3 ° ordine
2 stazioni               2A + B   2A – B   A + 2B   2B – A

3 ° ordine
3 stazioni               A + B – C    A + C – B     B + C – A

E così via al crescere dell’ordine e delle stazioni trasmittenti

Non ci sono limiti teorici al numero di prodotti misti. Fortunatamente, solo alcuni di questi prodotti di intermodulazione possono provocare gravi conseguenze.
Prodotti di ordini superiori, come ad esempio 7  – 9  ed anche più alto di solito hanno una potenza così bassa da non creare seri problemi. Allo stesso tempo, i prodotti di ordini anche, come quarto, sesto  ecc di solito non hanno molta importanza poiché in termini di frequenza sono bloccati nei filtri di uscita del trasmettitore e non sono quindi emessi in misura notevole. Al tempo stesso le antenne non sono generalmente molto efficaci nelle frequenze molto basse e molto alte create dai prodotti di intermodulazione.

Se la presenza di prodotti di intermodulazione del secondo ordine è dimostrato, è molto probabile che questi prodotti siano stati generati al di fuori dei trasmettitori, per esempio mediante miscelazione in raddrizzatori tipo collegamenti alle antenne, piloni di antenne, cavi, connettori a causa della corrosione.

Fonti di interferenza

Può essere molto difficile verificare la fonte di interferenza.
Uno dei primi passi è determinare se la fonte di intermodulazione è in uscita al trasmettitore oppure in ingresso al ricevitore che subisce l’interferenza. Una terza opzione è di intermodulazione in antenne, sistemi di antenna, antenne, cavi, ecc

Sarà necessario conoscere tutte le frequenze dei trasmettitori adiacenti.
Sulla base di tutte queste frequenze si potranno calcolare tutti i prodotti di terzo ordine nell’area della frequenza di disturbo. Se si tratta di una zona con numerosi trasmettitori,  sarà più comodo usare un foglio elettronico per assicurarsi di calcolare correttamente tutti i prodotti di miscelazione. Se il calcolo mostrerà una frequenza identica o estremamente vicina alla frequenza di ricezione, la questione diventerà se il prodotto di miscelazione è stato generato in una o più delle uscite dei trasmettitori o in ingresso al ricevitore. Inserendo isolatori, filtri passa-banda, filtri o filtri notch band-pass/band-reject o una combinazione di questi sull’uscita dei vari trasmettitori si potrà capire se uno di questi è la ragione  dell’interferenza.

Ovviamente questo modo di procedere si scontra con l’impossibilità fisica di andare a fare tutte queste prove su trasmettitori ed impianti d’antenna di proprietà di terzi!

Si può allora mettere in atto qualche prova sul proprio impianto per farsi un’idea di dove potrebbe generarsi la fonte d’interferenza.

Un attenuatore può essere inserito lungo il cavo di  antenna del ricevitore.
Se la potenza del segnale interferente si riduce della stessa entità dell’attenuatore inserito, il segnale di interferenza è stato generato al di fuori del ricevitore.
Se il segnale interferente diminuisce di circa 30 dB con 10 dB di attenuatore, allora l’ intermodulazione si sta verificando in ingresso al ricevitore.
Se il segnale interferente si attenua di un valore compreso tra 10 e 30 dB, allora c’è intermodulazione nel ricevitore e un segnale dall’esterno.

In base ai risultati ottenuti si tenterà di prendere le necessarie contromisure, dove ciò sia possibile.

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